
Perspectives October 1, 2020
L'estrazione mineraria illegale in Venezuela sta intensificando la violenza, l'ecocidio e la corruzione. La comunità internazionale deve agire.
Un'azione internazionale congiunta per denunciare e affrontare l'illegalità dilagante nel Venezuela meridionale aiuterebbe a proteggere la democrazia ed i diritti fondamentali oltre i confini venezuelani.

In Bolivar, whole families labor in mines to make ends meet. Image credit: Oro Mortal/Transparencia Venezuela
Nel bel mezzo della grave crisi economica e umanitaria venezuelana, l'industria mineraria illegale sta esplodendo negli stati meridionali Bolívar e Amazonas, sede di due parchi nazionali e più di dieci comunità indigene, i cui costumi e tradizioni ancestrali sono intimamente radicati al territorio. Le miniere illegali, gestite da gruppi criminali che usano violenza e terrore, non solo stanno causando sfollamenti forzati delle popolazioni indigene, ma stanno anche provocando danni ambientali irreparabili; inoltre i relativi profitti stanno prestando sostengno economico al regime di Nicolás Maduro e contribuendo alla corruzione globale. Per fermare le gravi violazioni dei diritti umani ed il commercio transnazionale illegale di minerali, la comunità internazionale deve applicare meccanismi di responsabilità e sostenere i giornalisti investigativi venezuelani e i gruppi della società civile che denunciano gli abusi commessi nell’ambito delle miniere illegali. Un'efficace azione internazionale fondata sulla cooperazione non solo migliorerebbe la vita dei venezuelani, ma contribuirebbe a ridurre la corruzione globale e a migliorare la governance democratica.
Le conseguenze globali del commercio illecito di minerali venezuelani
Per quasi un decennio, i funzionari del governo venezuelano hanno approfittato dell'estrazione illegale per ottenere tangenti e altri profitti illeciti che sono serviti alla sopravvivenza del regime di Maduro. Inoltre, l’estrazione mineraria ha ulteriormente devastato il fragile ecosistema della foresta pluviale venezuelana e ha causato la migrazione forzata delle comunità indigene dalle loro terre ancestrali, concentrando milioni di dollari nelle mani di pochi. Le organizzazioni criminali che gestiscono le miniere sono proliferate reclutando membri dei Popoli Indigeni e imponendo il controllo sociale attraverso l’uso della forza. L’aumento della repressione, i persistenti blackout e la mobilità limitata—risultato della crescente insicurezza, delle restrizioni dovute alla pandemia COVID-19 e della grave carenza di carburante—impediscono ai giornalisti investigativi e agli attivisti dei diritti umani di accedere al Venezuela meridionale. Le reti internazionali di corruzione che sostengono l'industria mineraria illegale ostacolano ulteriormente l'analisi forense e complicano gli sforzi per identificare e perseguire coloro che si sono macchiati di corruzione. La completa assenza di indipendenza giudiziaria in Venezuela, unita alle lacune informative, cancella ogni speranza di giustizia interna e possibilità di accertare e chiedere conto delle conseguenze nefaste dell'estrazione illegale di minerali.
A livello internazionale, le operazioni illegali di estrazione dell'oro venezuelano hanno permesso al regime di Maduro di rafforzare le relazioni strategiche con altri governi corrotti per eludere congiuntamente le sanzioni internazionali. La Turchia e gli Emirati Arabi Uniti sono tra i principali beneficiari dell'oro venezuelano e dei relativi profitti, mentre Iran e Russia sono noti per offrire un porto sicuro alla ricchezza illecita venezuelana; tutti questi paesi sono classificati come "Non liberi" nel rapporto annuale di Freedom House Freedom in the World. Tuttavia, secondo i recenti sforzi del giornalismo investigativo, la proliferazione transnazionale delle attività finanziarie illecite venezuelane va oltre i regimi autocratici, minacciando le democrazie dell'emisfero occidentale ed europee.
Un'opportunità per la cooperazione internazionale
Nonostante ponga sfide complesse, la natura transnazionale e l'impatto del commercio illegale di minerali venezuelani potrebbero rappresentare un’opportunità per rafforzare la cooperazione globale al fine di frenare la corruzione e promuovere giustizia a livello internazionale. Le istituzioni multilaterali e gli stati hanno l'opportunità e la responsabilità di denunciare e contrastare l'illegalità diffusa negli stati venezuelani meridionali, pressionare e perseguire gli attori complici nei paesi terzi e promuovere nuovi percorsi di giustizia.
Come primo passo, la comunità internazionale dovrebbe intensificare iniziative d’inchiesta su attività illecite, atti corruttivi, violazioni dei diritti umani e danni ambientali nell'Arco Minerario dell'Orinoco. In assenza di rimedi interni efficaci, i meccanismi di responsabilità internazionale rappresentano l'unica speranza per conoscere la verità e fornire alle vittime un certo livello di giustizia. Il 6 ottobre, gli stati membri del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite devono rinnovare il mandato della Missione indipendente di accertamento dei fatti nella Repubblica Bolivariana del Venezuela. Durante il suo primo mandato, la Missione ha documentato con grande efficacia la responsabilità diretta per crimini contro l'umanità delle autorità di alto livello e ha identificato un modello sistematico di gravi violazioni dei diritti umani. Un'estensione della Missione, in termini di durata e portata, consentirebbe di indagare sulle brutali violenze contro le popolazioni indigene e altre gravi violazioni commesse nell'Arco Minerario dell'Orinoco.
Dato l'impatto della corruzione venezuelana, gli stati dovrebbero utilizzare i propri sistemi giudiziari nazionali per indagare, perseguire e sanzionare le società e gli individui che sono coinvolti nella produzione e nel commercio illecito dell'oro venezuelano. Attualmente ci sono almeno 86 processi aperti relativi alla corruzione venezuelana in tribunali di paesi terzi, inclusi paesi con uno stato di diritto solido, quali Stati Uniti, Svizzera, Portogallo e Costa Rica. Gli stati portebbero anche dotarsi di sistemi simili al Global Magnitsky Act, adottato negli Stati Uniti nel 2017, al fine di sviluppare un meccanismo domestico di accountability per perseguire individui stranieri colpevoli di corruzione e violazioni dei diritti umani. Il Global Magnitsky Act non solo funge da strumento detterente, constringendo i funzionari stranieri a considerare, prima di intraprendere attività di corruzione, le ripercussioni derivanti da misure adottate dal governo degli Stati Uniti, ma fornisce anche incentivi ai governi stranieri per migliorare i loro stessi sistemi interni di accountability.
Per combattere il commercio illecito di risorse naturali venezuelane come oro, diamanti, coltan e bauxite, è imperativo che gli stati applichino efficacemente le norme nazionali e internazionali esistenti in materia di trasparenza applicate alle multinazionali, specie la normativa contro il riciclaggio di denaro. I governi e le associazioni di categoria possono esercitare pressioni sulle multinazionali affinché implementino controlli completi sulla catena di approvvigionamento e processi di due diligence, in conformità con gli standard dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, soprattutto in termini di misure di conformità alla trasparenza dei pagamenti. Gli stati devono inoltre garantire il rispetto della Convenzione di Minamata sul mercurio ed interrompere il flusso di questo metallo verso il Venezuela nel tentativo di eliminarne l’uso nelle operazioni minerarie illegali, in quanto sta contaminando i fiumi che forniscono acqua alle comunità indigene.
L'azione internazionale e l'applicazione delle normative internazionali sono fondamentali per contrastare la corruzione e le brutali violazioni dei diritti umani alimentate dal commercio illecito di minerali venezuelani. Tuttavia, anche se la dimensione internazionale è essenziale, gli attori e i fattori interni della crisi venezuelana devono rimanere al centro della strategia. La comunità internazionale deve sostenere i gruppi indigeni che rischiano la vita per preservare i loro territori, i giornalisti investigativi che lavorano per documentare i gravi abusi nel sud del Venezuela, e le organizzazioni per i diritti umani che difendono i diritti del popolo venezuelano. La cooperazione internazionale dovrebbe rafforzare la capacità tecnica e le risorse di questi gruppi, nonché il loro accesso a tecnologie e attrezzature sicure, in modo che la società civile venezuelana possa redattare rapporti sempre più solidi e sistematici. Soluzioni durevoli per contrastare l'attività mineraria illegale in Venezuela e il suo impatto transnazionale sono a portata di mano; è tempo che la comunità internazionale agisca.
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